Tra le fiabe più celebri e amate di sempre, “Biancaneve e i Sette Nani” è un racconto di magia, invidia e coraggio. Originaria della tradizione popolare e resa celebre dai Fratelli Grimm, questa storia insegna che la bontà e la purezza di cuore vincono sempre sull’oscurità e la malvagità.
Con una narrazione ricca di dettagli e colpi di scena, questa fiaba trasporta i lettori in un mondo incantato, dove una principessa in pericolo trova rifugio in una casetta nel bosco e deve affrontare l’ira di una regina malvagia.
Biancaneve e i Sette Nani
C’era una volta un re e una regina che desideravano ardentemente un figlio.
Una fredda giornata d’inverno, la regina stava cucendo vicino a una finestra incorniciata d’ebano. Guardando la neve candida cadere, si punse il dito con l’ago e tre gocce di sangue caddero sulla neve.
Ammirando il contrasto tra il rosso del sangue, il bianco della neve e il nero del legno della finestra, la regina esclamò:
«Vorrei avere una figlia con la pelle bianca come la neve, le labbra rosse come il sangue e i capelli neri come l’ebano.»
Il suo desiderio si avverò, e poco tempo dopo nacque una bambina bellissima, che chiamarono Biancaneve.
Purtroppo, la regina morì poco dopo la nascita della bambina, e il re si risposò con una nuova regina, una donna bellissima ma crudele e vanitosa, che possedeva uno specchio magico.
Ogni giorno, la regina si specchiava e chiedeva:
«Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?»
E lo specchio rispondeva:
«Sei tu, mia regina.»
Ma un giorno, quando Biancaneve divenne grande e la sua bellezza superò quella della matrigna, lo specchio cambiò risposta:
«Regina, sei bella da far paura,
ma Biancaneve lo è ancora di più, ne sono sicuro.»
La regina, accecata dalla gelosia, decise di eliminare Biancaneve.
Il cacciatore e la fuga nel bosco
La regina ordinò a un cacciatore di portare Biancaneve nel bosco e di ucciderla, portando come prova il suo cuore in una scatola.
Ma il cacciatore, commosso dalla bellezza e dall’innocenza della fanciulla, non ebbe il coraggio di farle del male e la lasciò fuggire.
«Scappa, ragazza mia! Non tornare mai più a palazzo!» le disse, lasciandola sola nel fitto della foresta.
Biancaneve, spaventata e senza una meta, corse tra gli alberi finché non vide una piccola casetta.
L’incontro con i Sette Nani
Entrata nella casetta, trovò tutto minuscolo e ordinato: sette sedie, sette piatti, sette letti.
Affamata e stanca, mangiò un po’ di pane e zuppa e poi si addormentò su uno dei letti.
Quella casetta apparteneva ai Sette Nani, che lavoravano in una miniera di diamanti nelle profondità della montagna.
Quando tornarono a casa e trovarono Biancaneve, si stupirono e dissero:
«Chi sarà questa bellissima fanciulla?»
Biancaneve si svegliò e raccontò loro tutto. I Nani, impietositi, le offrirono ospitalità e le dissero:
«Puoi restare con noi, ma devi stare attenta: la regina non si fermerà. Non aprire la porta a nessuno!»
Biancaneve promise di essere prudente e iniziò a vivere felice con i Nani.
I tre inganni della regina
Quando la regina scoprì che Biancaneve era ancora viva, si travestì e tentò di ucciderla con tre diversi inganni.
Il primo tentativo – Il corpetto stretto
Vestita da vecchia merciaia, si presentò alla casetta dei Nani e offrì a Biancaneve un bellissimo corpetto.
«Permettimi di allacciartelo, mia cara.»
Ma la regina strinse così forte il corpetto che Biancaneve svenne.
Fortunatamente, i Nani tornarono in tempo e la liberarono, salvandola.
Il secondo tentativo – Il pettine avvelenato
Furiosa, la regina escogitò un altro piano. Questa volta si travestì da vecchia venditrice e offrì a Biancaneve un pettine decorato.
«Guarda che bel pettine! Ti renderà ancora più bella.»
Appena Biancaneve lo mise tra i capelli, cadde svenuta.
Anche questa volta, i Nani riuscirono a salvarla rimuovendo il pettine.
Il terzo tentativo – La mela avvelenata
Infuriata, la regina preparò una mela avvelenata, rossa e lucida, e si travestì da vecchia contadina.
«Prendi questa mela, dolce bambina,» disse con voce gentile. «Non hai mai assaggiato nulla di così dolce!»
Biancaneve, vedendo la vecchietta gentile, non resistette e diede un morso.
Appena la polpa le toccò la lingua, cadde a terra senza vita.
Questa volta, nessun aiuto arrivò in tempo.
Il sonno eterno e il Principe
I Nani, disperati, la posarono in una bara di cristallo e la vegliarono giorno e notte, incapaci di rassegnarsi alla sua morte.
Un giorno, un principe che passava nel bosco vide la bara e rimase incantato dalla bellezza di Biancaneve.
«Devo portarla con me nel mio castello!» disse.
Quando i Nani sollevarono la bara, il movimento fece uscire il pezzo di mela dalla gola di Biancaneve, e lei tornò in vita!
Il principe, felice, le chiese di sposarlo e Biancaneve accettò.
La punizione della regina e il lieto fine
Quando la regina interrogò ancora lo specchio magico, questo rispose:
«Regina, sei bella davvero,
ma la più bella è la sposa del principe!»
La regina, scioccata, si recò al castello per vedere chi fosse.
Quando riconobbe Biancaneve, il suo cuore si riempì di rabbia, ma fu punita per la sua malvagità e costretta a fuggire per sempre.
Biancaneve e il principe vissero felici e contenti, e i Nani continuarono a vegliare su di loro con affetto.
Morale della favola
Questa fiaba ci insegna che la bellezza interiore e la bontà vincono sempre sulla malvagità e sull’invidia.
Anche nelle difficoltà più grandi, chi ha un cuore puro e sincero troverà sempre la felicità e l’amore vero.