Ci sono storie che hanno il potere di trasportare i bambini in mondi magici, pieni di avventure e insegnamenti preziosi. “Il Mago di Oz” è una di queste, un racconto senza tempo che insegna il valore del coraggio, dell’intelligenza, della gentilezza e dell’importanza di credere in sé stessi. Seguendo il viaggio di Dorothy e dei suoi amici lungo il sentiero di mattoni gialli, i bambini scopriranno che, a volte, ciò che cerchiamo è già dentro di noi.
Il Mago di Oz
In una piccola fattoria del Kansas viveva Dorothy, una bambina vivace e curiosa, insieme agli zii Henry ed Emma e al suo fedele cagnolino Toto. La vita nella fattoria era tranquilla, ma Dorothy sognava spesso di visitare luoghi lontani e avventurosi.
Un giorno, mentre giocava nel cortile con Toto, il cielo si fece scuro e un forte vento iniziò a soffiare. Un tornado improvviso si abbatté sulla casa, sollevandola in aria e trasportandola lontano, sempre più lontano, fino a farla atterrare in un luogo straordinario e sconosciuto.
Quando Dorothy aprì gli occhi, si trovò in un paese meraviglioso, pieno di fiori dai colori incredibili, alberi dalle foglie dorate e piccole casette scintillanti. Si guardò intorno e vide delle creature mai viste prima: erano i Munchkin, abitanti del luogo, che la osservavano con occhi pieni di stupore.
Una splendida fata vestita d’argento apparve davanti a lei. «Benvenuta, Dorothy! Io sono Glinda, la Fata Buona del Nord. La tua casa è atterrata proprio sopra la Perfida Strega dell’Est, liberando il popolo dei Munchkin dalla sua malvagità!»
Dorothy, sorpresa, si guardò intorno e vide che, in effetti, sotto la sua casa spuntavano due scarpette argentate.
«Ma io non volevo fare del male a nessuno!» esclamò la bambina.
«Non preoccuparti, è stato il destino» la rassicurò Glinda. Poi, indicando le scarpette d’argento, aggiunse: «Indossale, ti saranno utili. Ora, se vuoi tornare a casa, devi raggiungere la Città di Smeraldo e chiedere aiuto al Mago di Oz. Lui solo può esaudire il tuo desiderio.»
Dorothy, senza altre opzioni, accettò il consiglio e si incamminò lungo il sentiero di mattoni gialli, che conduceva alla città del mago.
L’incontro con lo Spaventapasseri
Dopo un po’ di cammino, Dorothy si trovò davanti a un campo di grano. Al centro, su un palo di legno, c’era uno Spaventapasseri, con una giacca logora e un cappello di paglia.
«Buongiorno!» disse la bambina, sorpresa nel vedere che lo Spaventapasseri si muoveva.
«Ciao, piccola viaggiatrice! Dove stai andando?»
«Vado a trovare il Mago di Oz per chiedergli di riportarmi a casa.»
Lo Spaventapasseri sospirò. «Vorrei venire con te. Magari il mago può darmi un cervello! Non ne ho uno e non riesco a pensare come vorrei.»
Dorothy accettò volentieri la compagnia e insieme proseguirono il cammino.
L’Uomo di Latta
Più avanti, nel fitto del bosco, i due amici udirono un suono strano: Toc! Toc!.
Si avvicinarono e scoprirono un Uomo di Latta, completamente immobile.
«Puoi aiutarci?» chiese Dorothy.
«Oh, sì! Ho bisogno di olio, sono arrugginito!» rispose l’Uomo di Latta con voce flebile.
Dorothy trovò una lattina d’olio e lo aiutò a muoversi di nuovo.
«Grazie! Posso venire con voi? Vorrei chiedere al mago un cuore, perché senza non posso provare emozioni.»
Dorothy e lo Spaventapasseri furono felici di accogliere un nuovo compagno di viaggio.
Il Leone Codardo
Dopo qualche chilometro, il gruppo si imbatté in un grande leone che saltò fuori da un cespuglio ruggendo.
Dorothy si fece coraggio e gli disse: «Non ci fai paura!»
Il leone abbassò le orecchie e sospirò: «Neanche io dovrei aver paura, ma invece ho troppa paura di tutto!»
«Vieni con noi!» gli propose Dorothy. «Forse il Mago di Oz potrà darti il coraggio che desideri!»
E così, tutti insieme, continuarono il loro viaggio.
La Perfida Strega dell’Ovest
Lungo la strada, però, non tutto fu semplice. La Perfida Strega dell’Ovest, sorella della strega sconfitta, scoprì che Dorothy possedeva le sue scarpette magiche e decise di fermarla.
Mandò scimmie volanti per rapirla, ma Dorothy, con l’aiuto dei suoi amici, riuscì a resistere.
«Non mi arrenderò!» esclamò la bambina con determinazione.
Alla fine, con un secchio d’acqua, riuscì a bagnare la strega, che si sciolse come neve al sole.
Ora nulla più li ostacolava nel raggiungere la Città di Smeraldo.
L’incontro con il Mago di Oz
Quando finalmente entrarono nel maestoso palazzo del mago, rimasero sorpresi: dietro la grande tenda dorata non c’era un mago potente, ma un uomo anziano e gentile.
«Mi dispiace, piccoli miei, non ho poteri magici… ma posso aiutarvi comunque!»
Il Mago spiegò che lo Spaventapasseri era già intelligente, perché aveva trovato tante soluzioni durante il viaggio.
L’Uomo di Latta aveva già un cuore, perché aveva dimostrato grande bontà.
Il Leone era già coraggioso, perché aveva affrontato ogni pericolo nonostante la paura.
Dorothy, triste, chiese: «E come faccio io a tornare a casa?»
La Fata Glinda apparve di nuovo e sorrise. «Le tue scarpette d’argento hanno sempre avuto il potere di riportarti a casa. Devi solo battere i tacchi tre volte e dire: “Voglio tornare a casa”.»
Dorothy chiuse gli occhi, fece esattamente come detto e in un istante si ritrovò nel Kansas, con Toto accanto.
«È stato solo un sogno?» si chiese, guardandosi intorno. Ma nel suo cuore sapeva che quella straordinaria avventura l’aveva cambiata per sempre.
Morale della favola
A volte cerchiamo altrove quello che abbiamo già dentro di noi. Il vero coraggio, l’intelligenza e il cuore non si trovano fuori, ma nel modo in cui affrontiamo la vita e le sfide di ogni giorno. E, come Dorothy, dobbiamo ricordare che casa nostra è sempre il luogo più speciale di tutti.