“Il Pesciolino d’Oro” è una fiaba della tradizione russa, resa famosa da Aleksandr Puškin. Racconta la storia di un pescatore povero che, dopo aver catturato un pesce magico capace di esaudire desideri, deve affrontare l’avidità della moglie.
Questa fiaba insegna una grande lezione: la gratitudine e la modestia sono virtù preziose, mentre l’avidità e l’insaziabilità possono portare alla rovina.
Il Pesciolino d’Oro
C’era una volta un vecchio pescatore che viveva con sua moglie in una modesta capanna di legno vicino al mare.
Ogni giorno, il pescatore andava sulla riva con la sua vecchia rete e cercava di pescare qualcosa per sopravvivere.
Un giorno, gettò la rete in mare e, quando la tirò su, vide che aveva catturato un piccolo pesce dorato.
Ma, con sua grande sorpresa, il pesce parlò con voce sottile:
«Buon pescatore, lasciami andare! Sono un pesce magico e se mi liberi, esaudirò qualsiasi tuo desiderio.»
Il vecchio pescatore rimase stupito.
Era un uomo onesto e gentile, e rispose:
«Non voglio nulla in cambio, piccolo pesce. Vai libero nel tuo mare.»
E così, gettò il pesciolino d’oro nelle onde.
La richiesta della moglie
Quando il pescatore tornò a casa e raccontò l’accaduto alla moglie, lei si infuriò.
«Come hai potuto lasciarlo andare senza chiedere nulla?! Siamo poveri, la nostra capanna cade a pezzi! Torna subito al mare e chiedigli almeno una nuova casa!»
Sebbene riluttante, il pescatore tornò sulla riva e chiamò il pesciolino d’oro.
«O pesciolino d’oro, la mia vecchia moglie non è contenta. Vuole una capanna nuova…»
Il pesciolino rispose:
«Non preoccuparti, torna a casa. Il tuo desiderio è esaudito.»
Quando il pescatore tornò, al posto della capanna c’era una bella casetta di legno nuova di zecca.
Era felice, ma sua moglie no.
«Una casetta di legno? Questo è tutto? Torna dal pesce e chiedigli una casa di pietra!»
L’avidità cresce
A malincuore, il pescatore tornò al mare e chiamò di nuovo il pesciolino.
«O pesciolino d’oro, mia moglie vuole di più… ora desidera una casa di pietra.»
Il pesciolino annuì e disse:
«Torna a casa, il tuo desiderio è esaudito.»
Questa volta, al posto della casetta, il pescatore trovò una grande casa di pietra con un bel giardino.
Ma la moglie, invece di essere felice, divenne ancora più esigente.
«Non basta! Voglio essere una nobildonna, avere servitori e vivere in un palazzo!»
Il pescatore, stanco e preoccupato, tornò ancora dal pesciolino.
«O pesciolino d’oro, mia moglie non è ancora contenta… ora vuole essere una nobildonna e vivere in un palazzo.»
Il pesciolino annuì e disse:
«Torna a casa, il tuo desiderio è esaudito.»
E così, al posto della casa di pietra, il pescatore trovò un grande palazzo con alti cancelli dorati, servitori e ricchezze ovunque.
Ma la moglie non era ancora soddisfatta.
Ora voleva essere regina, e ordinò al marito di tornare dal pesciolino.
L’ambizione senza fine
Ancora una volta, il pescatore tornò al mare.
Le acque non erano più calme, il cielo si era fatto grigio e minaccioso.
«O pesciolino d’oro, mia moglie ora vuole essere regina…»
Il pesciolino sospirò e disse:
«Torna a casa, il tuo desiderio è esaudito.»
Ora, al posto del palazzo, la moglie era seduta su un trono d’oro, vestita con un mantello di seta, e circondata da servi che obbedivano a ogni suo ordine.
Ma la sua avidità non aveva ancora limiti.
Dopo qualche giorno, guardando il cielo, decise che voleva diventare imperatrice.
E poi, non contenta, voleva comandare il sole, la luna e le stelle.
«Voglio essere la padrona di tutto l’universo!» gridò.
Quando il pescatore tornò al mare, questa volta trovò onde altissime e nere come la notte.
«O pesciolino d’oro… ora mia moglie vuole comandare il sole e la luna.»
Il pesciolino non disse nulla.
Scosse la coda, si immerse nelle profondità del mare e scomparve per sempre.
Il castigo dell’avidità
Il pescatore tornò a casa… e si fermò senza fiato.
Non c’era più il palazzo.
Non c’erano più le ricchezze.
Al posto di tutto ciò, trovò la vecchia capanna di legno, proprio com’era all’inizio.
Sua moglie, seduta sulla soglia con i suoi vecchi vestiti, guardava il mare con occhi pieni di disperazione.
Ma ormai era troppo tardi.
Il pesciolino d’oro non tornò mai più, e i due rimasero poveri come prima, imparando che la troppa ambizione può portare alla rovina.
Morale della favola
Questa fiaba ci insegna che la gratitudine è più importante della ricchezza e che chi vuole sempre di più rischia di perdere tutto.
L’avidità della moglie del pescatore la portò dal nulla alla ricchezza e di nuovo al nulla, mentre il pesciolino d’oro dimostrò che la pazienza ha un limite.