Il Principe felice

“Il Principe Felice” è una delle fiabe più commoventi e profonde scritte da Oscar Wilde. Questa storia racconta di una splendida statua dorata, che un tempo era un principe vissuto tra ricchezze e piaceri, ma che solo dopo la sua morte scopre la sofferenza del mondo. Grazie all’aiuto di una piccola rondine, il Principe decide di sacrificare tutto ciò che possiede per aiutare i più bisognosi.

Questa fiaba è un inno alla generosità, alla compassione e al vero significato della felicità. Attraverso una narrazione emozionante e dettagliata, immergeremo il lettore in una storia che dimostra come l’amore e l’altruismo siano più preziosi di qualsiasi ricchezza materiale.

Il Principe Felice

In cima a una colonna, nel cuore di una grande città, si ergeva una splendida statua del Principe Felice. Ricoperto d’oro, con due splendidi zaffiri al posto degli occhi e una grossa rubino incastonato sull’elsa della sua spada, il Principe dominava la città dall’alto, osservando le strade e le case che si stendevano sotto di lui.

Era così bello e splendente che tutti gli abitanti lo ammiravano. I ricchi dicevano:

«È il simbolo della perfezione!»

I bambini sognavano di toccarlo e le persone lo guardavano con rispetto, credendo che la sua espressione serena fosse segno di eterna felicità.

Ma nessuno sapeva che, nel profondo del suo cuore di piombo, il Principe Felice piangeva.

Durante la sua vita, era vissuto in un palazzo dove tutto era gioia e lusso, senza mai conoscere il dolore o la miseria. Solo ora, dalla sua posizione elevata, poteva vedere le sofferenze della città: bambini affamati, madri disperate, uomini che lottavano per sopravvivere. E questo gli spezzava il cuore.

L’incontro con la Rondine

Una notte, una piccola rondine arrivò nella città. Era in viaggio per raggiungere i suoi compagni che si dirigevano verso l’Egitto, dove avrebbero trascorso l’inverno.

Stanca per il lungo volo, la rondine vide la statua del Principe Felice e pensò:

«Questo sarà un ottimo rifugio per la notte.»

Si posò ai piedi della statua, ma mentre si accoccolava, una goccia d’acqua le cadde addosso.

«Che strano!» pensò. «Non piove… eppure sento delle gocce!»

Guardando in alto, si accorse che dagli occhi del Principe scendevano lacrime di dolore.

«Perché piangi, Principe?» chiese la rondine, sorpresa.

Il Principe rispose con voce dolce e malinconica:

«Vedo tanta sofferenza nel mondo, eppure io sono qui, ricoperto d’oro e di gemme, senza poter fare nulla per aiutare chi ha bisogno.»

Il primo dono – Il Rubino per la madre povera

Il Principe indicò con lo sguardo una casa in un vicolo buio.

«Laggiù vive una povera donna, stanca e disperata. Suo figlio è malato, e lei non ha denaro per comprare le medicine. Aiutala, ti prego!»

La rondine esitò:

«Ma io devo partire per l’Egitto!»

«Solo per questa notte,» supplicò il Principe. «Ti prego, prendi il rubino dalla mia spada e portalo a quella donna.»

La rondine, commossa, con il becco staccò il rubino dalla spada e volò fino alla casa della donna.

Entrò dalla finestra e lasciò cadere la pietra sul tavolo. Quando la madre lo vide, non poteva credere ai suoi occhi.

«È un dono del cielo!» esclamò, e corse a comprare le medicine per il suo bambino.

Tornata dal Principe, la rondine si preparò a partire.

«Ora posso andare in Egitto?» chiese.

Ma il Principe la guardò con tristezza e disse:

«Rondine, rimani con me solo un’altra notte.»

Il secondo dono – Gli zaffiri per il giovane scrittore

La rondine, anche se sapeva di dover partire, non ebbe il cuore di rifiutare.

«Cosa posso fare per te, Principe?»

«Vedi quel giovane laggiù?» disse il Principe indicando una mansarda. «È uno scrittore. È povero, ha freddo e fame, e non riesce a finire la sua opera.»

«Ma io non ho più rubini!»

«Prendi uno dei miei occhi.»

La rondine rabbrividì.

«No, Principe, non posso!»

«Ti prego,» insistette il Principe. «Senza aiuto, quel giovane morirà.»

Con delicatezza, la rondine prese uno degli zaffiri e lo portò allo scrittore.

Quando il giovane trovò la gemma, pianse di gioia.

«Ora posso comprare legna e cibo! Posso continuare a scrivere!»

Ma quando la rondine tornò dal Principe, vide che aveva un occhio solo e provò una grande tristezza.

Il terzo dono – L’ultimo zaffiro per la bambina affamata

Il Principe, però, non era ancora soddisfatto.

«Rondine, rimani con me ancora una notte.»

«Ma domani farà freddo, devo andare in Egitto!»

«Ti prego, resta.»

Il Principe le raccontò di una bambina povera che vagava scalza nelle strade, con le mani intirizzite dal freddo.

«Portale il mio ultimo occhio.»

«Ma se lo faccio, diventerai cieco!» esclamò la rondine.

«Non importa. Il vero valore non è nella vista, ma nel cuore.»

Con le lacrime agli occhi, la rondine prese l’ultimo zaffiro e lo portò alla bambina, che lo afferrò con stupore.

«Ora potrò comprare cibo e vestiti caldi!»

Il sacrificio finale e la ricompensa eterna

Ora il Principe era cieco, ma la rondine non volle lasciarlo solo.

«Resterò con te per sempre,» gli disse dolcemente.

Passarono i giorni e l’inverno arrivò. La rondine, ormai troppo debole per volare, si rannicchiò vicino al cuore del Principe.

Una mattina, sentendosi fredda e stanca, sussurrò:

«Addio, mio Principe…»

E con un ultimo respiro, morì ai suoi piedi.

Nel momento in cui la rondine smise di battere le ali, il cuore di piombo del Principe si spezzò in due.

Quando i cittadini videro la statua ormai spoglia e rovinata, decisero di rimuoverla.

Ma Dio, dall’alto, disse ai suoi angeli:

«Portatemi le due cose più preziose della città.»

E gli angeli portarono il cuore spezzato del Principe e la piccola rondine morta.

«Hai scelto bene,» disse Dio. «Questi due vivranno per sempre nel mio paradiso, perché hanno conosciuto il vero amore e la vera generosità.»

Morale della favola

La vera felicità non risiede nelle ricchezze o nel potere, ma nella capacità di donare e aiutare chi ne ha bisogno. Il Principe Felice e la rondine ci insegnano che il più grande dono che possiamo fare è l’amore e la compassione per il prossimo.

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