Le favole hanno il potere di insegnare valori importanti ai bambini attraverso racconti avvincenti e pieni di magia. “Il Tamburino” è una storia che parla di coraggio, determinazione e generosità, dimostrando che anche il più piccolo degli eroi può compiere grandi imprese. Perfetta per la lettura della buonanotte o per stimolare la fantasia dei più piccoli, questa fiaba li accompagnerà in un viaggio ricco di avventura e insegnamenti.
Il Tamburino
C’era una volta un giovane tamburino di nome Gioele, che viveva in un piccolo villaggio ai margini di un grande bosco. Non era un soldato né un cavaliere, ma sapeva suonare il tamburo meglio di chiunque altro. Il suo ritmo era così perfetto che ogni volta che batteva sul tamburo, la gente si fermava ad ascoltare, affascinata dalla sua melodia.
Un giorno, mentre il sole stava calando dietro le montagne, un vecchio mendicante arrivò nel villaggio. Aveva un mantello lacero e occhi pieni di saggezza. Si avvicinò a Gioele e gli disse con voce gentile:
«Giovane tamburino, ho bisogno del tuo aiuto. Nel profondo del bosco vive un malvagio Re delle Ombre, che ha rapito la principessa Aurora e l’ha imprigionata nella sua torre oscura. Nessuno osa sfidarlo perché chiunque si avvicini viene avvolto dalle tenebre. Ma io so che il suono del tuo tamburo è speciale: solo la tua musica può spezzare l’incantesimo.»
Gioele rimase sorpreso. Non era un guerriero, non sapeva combattere con la spada, ma dentro di sé sentiva che doveva provare. Così, senza esitazione, prese il suo tamburo e si incamminò verso il Bosco delle Nebbie, dove nessuno osava entrare.
Appena varcò la soglia del bosco, un vento freddo soffiò tra gli alberi e un’oscurità inquietante lo avvolse. Voci sussurranti risuonavano nell’aria, come se le ombre cercassero di fermarlo. Ma Gioele, con il cuore saldo, cominciò a suonare il suo tamburo.
Tum, tum, tum…
Le prime note rimbalzarono tra gli alberi, e improvvisamente la nebbia cominciò a diradarsi. I rami spogli ripresero vita e gli uccellini, che da tempo non si facevano sentire, iniziarono a cinguettare.
Proseguendo il suo cammino, Gioele incontrò tre strani esseri:
- Il Gigante di Pietra, che gli sbarrò la strada dicendo: «Nessuno può passare senza il mio permesso!»
- La Strega dai Capelli di Serpente, che sibilò: «Chiunque osi sfidare il Re delle Ombre verrà trasformato in pietra!»
- Il Lupo Nero dagli Occhi Rossi, che ringhiò: «Vai via, ragazzo, prima che sia troppo tardi!»
Ma Gioele non si fermò. Suonò il suo tamburo con ancora più forza e magia.
Tum, tum, tum…
La sua musica era così potente che il Gigante di Pietra si trasformò in sabbia e si disperse nel vento, la Strega dai Capelli di Serpente perse i suoi poteri e svanì nel nulla, e il Lupo Nero, colpito dalla melodia, si accucciò docile ai piedi del tamburino, lasciandolo passare.
Finalmente, Gioele giunse alla torre oscura. Dall’alto, la principessa Aurora lo vide e gridò: «Aiutami! Il Re delle Ombre mi tiene prigioniera!»
In quel momento, un’ombra gigantesca avvolse tutto. Il Re delle Ombre apparve, con un mantello scuro che sembrava un pezzo di notte senza stelle.
«Come osi sfidarmi, piccolo mortale?» tuonò con voce cavernosa.
Gioele sapeva che non poteva scappare. L’unica arma che aveva era la sua musica. E così, con tutta la forza del suo cuore, cominciò a suonare il tamburo con un ritmo mai udito prima.
TUM-TUM-TUM!
Le onde sonore si propagarono come un’onda di luce dorata. Il cielo si rischiarò, le ombre tremarono, e la torre iniziò a sgretolarsi. Il Re delle Ombre cercò di resistere, ma la musica era troppo forte. Con un ultimo grido, svanì nel nulla, dissolvendosi come il fumo al vento.
Le porte della torre si spalancarono e la principessa Aurora corse incontro a Gioele, abbracciandolo con gratitudine.
«Hai salvato me e tutto il regno dalla maledizione!» esclamò.
Quando tornarono al villaggio, il popolo li accolse con gioia e grandi festeggiamenti. Il re, padre di Aurora, proclamò Gioele Eroe del Regno, e da quel giorno il suo tamburo non fu più solo un semplice strumento musicale, ma un simbolo di speranza e coraggio.
Morale della favola
Non servono armi o forza per essere un eroe: a volte, il coraggio e il talento sono più potenti di qualsiasi spada. Anche il più piccolo gesto, se fatto con il cuore, può salvare il mondo.