Il tavolo magico, l’asino e il bastone

Le fiabe tradizionali racchiudono insegnamenti preziosi e raccontano storie di ingegno, magia e giustizia. “Il tavolo magico, l’asino e il bastone” è una fiaba popolare che narra le vicende di tre fratelli e dei doni straordinari che ricevono dopo aver affrontato prove difficili. Questa storia insegna che l’onestà e la bontà d’animo portano sempre alla giusta ricompensa, mentre la furbizia e l’inganno vengono inevitabilmente puniti.

Il tavolo magico, l’asino e il bastone

C’era una volta un vecchio falegname che aveva tre figli. Erano ragazzi laboriosi e pieni di talento, ma la loro famiglia era molto povera, e il padre, ormai anziano, non poteva più mantenere tutti e tre.

Un giorno, il falegname chiamò i suoi figli e disse:

«Figli miei, è giunto il momento che troviate la vostra strada nel mondo. Andate e cercate fortuna; tornate da me tra un anno e vedremo chi di voi sarà riuscito a ottenere di più.»

I tre fratelli si misero in viaggio e, dopo aver camminato a lungo, si separarono, ognuno diretto verso una diversa città per imparare un mestiere.

Il primo fratello e il tavolo magico

Il fratello maggiore trovò lavoro presso un bravissimo falegname. Dopo un anno di duro lavoro, il maestro, soddisfatto della sua dedizione, gli donò un tavolo magico.

«Questo non è un tavolo qualunque,» disse il maestro. «Basta dire: “Tavolo, apparecchiati!” e si riempirà di ogni pietanza che desideri.»

Felice, il giovane si incamminò verso casa. Durante il viaggio, si fermò in una locanda per riposarsi. Il locandiere, vedendo il giovane senza denaro, rise e disse:

«Ragazzo, se non hai soldi, qui non mangi!»

Il giovane, sicuro del suo dono, rispose:

«Non c’è bisogno di monete! Tavolo, apparecchiati!»

In un attimo, il tavolo si riempì di piatti prelibati: arrosti, pane fragrante, formaggi e dolci. Il locandiere spalancò gli occhi con cupidigia e pensò: “Un tavolo del genere mi farebbe diventare ricco!”

Quella notte, mentre il giovane dormiva, il locandiere scambiò il tavolo magico con uno identico ma privo di poteri. Il mattino dopo, il giovane riprese il viaggio ignaro del furto.

Quando giunse a casa e mostrò il tavolo al padre, fiero di ciò che aveva guadagnato, ordinò:

«Tavolo, apparecchiati!»

Ma il tavolo rimase vuoto. Il giovane, umiliato, capì che qualcuno l’aveva ingannato.

Il secondo fratello e l’asino d’oro

Il secondo fratello era andato a lavorare da un vecchio mugnaio. Dopo un anno, il mugnaio, felice del suo impegno, gli donò un asino speciale.

«Questo non è un asino comune,» spiegò il mugnaio. «Basta dire “Asino, scuotiti!” e usciranno monete d’oro dalla sua bocca.»

Il giovane ringraziò il maestro e partì per tornare a casa. Anche lui si fermò nella stessa locanda del fratello.

Quando giunse il momento di pagare, il giovane sorrise e disse:

«Asino, scuotiti!»

Subito, l’asino iniziò a sputare monete d’oro sul pavimento.

Il locandiere, vedendo quella meraviglia, pensò subito di impossessarsene. Durante la notte, sostituì l’asino magico con uno normale e il giovane, ignaro del furto, riprese il cammino verso casa.

Quando arrivò e mostrò al padre il suo dono, esclamò:

«Asino, scuotiti!»

Ma l’animale rimase immobile. Come il fratello maggiore, il giovane si sentì deriso e ingannato.

Il terzo fratello e il bastone magico

Il terzo fratello, il più giovane e il più sveglio, aveva lavorato come apprendista da un vecchio intagliatore. Dopo un anno, il maestro gli donò un bastone magico.

«Questo bastone non è un semplice pezzo di legno,» gli disse. «Se pronunci le parole “Bastone, esci dal sacco!”, lui attaccherà chiunque tu voglia fino a che non gli ordinerai di fermarsi.»

Il giovane ringraziò il maestro e partì per tornare a casa. Lungo il cammino, anche lui si fermò nella stessa locanda dei fratelli. Ascoltò attentamente i racconti dei viandanti e ben presto si rese conto che il locandiere era un ladro astuto.

Così, finse di addormentarsi e attese. Nel cuore della notte, il locandiere tentò di rubare anche il suo dono. Ma proprio quando mise le mani sul sacco, il giovane gridò:

«Bastone, esci dal sacco!»

Il bastone saltò fuori e iniziò a colpire il locandiere, che si contorceva e urlava.

«Fermalo! Fermalo!» gridava disperato.

«Solo se mi restituisci il tavolo e l’asino rubati ai miei fratelli!» rispose il giovane.

Il locandiere, spaventato e dolorante, corse a prendere il vero tavolo magico e l’asino d’oro.

Solo allora il giovane ordinò al bastone di fermarsi.

Con tutti i doni recuperati, il ragazzo tornò a casa. Raccontò ai fratelli e al padre quanto era accaduto e mostrò loro i poteri straordinari degli oggetti magici.

Il tavolo magico fornì alla famiglia cibo in abbondanza, l’asino d’oro li rese ricchi, e il bastone magico li protesse da ogni malintenzionato.

Da quel giorno, i tre fratelli vissero felici e prosperi, dimostrando che l’astuzia e la giustizia vincono sempre sull’inganno.

Morale della favola

L’onestà e la determinazione vengono sempre ricompensate, mentre l’inganno e la furbizia malvagia portano alla rovina. Chi pensa solo a rubare e ingannare, prima o poi si trova di fronte qualcuno più scaltro di lui.

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