La Bella addormentata nel bosco

Le fiabe classiche hanno il potere di trasportare i bambini in mondi incantati, dove magia, avventure e insegnamenti si intrecciano in racconti senza tempo. “La Bella Addormentata nel Bosco” è una delle storie più amate di sempre, narrata di generazione in generazione, con il suo castello fatato, la maledizione di una strega e il potere del vero amore. Questa fiaba, ricca di dettagli e descrizioni affascinanti, accompagnerà i più piccoli in un viaggio straordinario, dove il bene trionfa sempre sul male.

La Bella Addormentata nel Bosco

In un regno lontano, tra colline verdi e foreste incantate, vivevano un re e una regina che da tempo desideravano un figlio. Pregavano ogni giorno affinché il loro sogno si avverasse, ma gli anni passavano e il loro desiderio sembrava rimanere irrealizzato.

Una mattina, mentre la regina passeggiava lungo il fiume, apparve davanti a lei una splendida fata vestita di luce.

«Mia regina,» disse con voce soave, «i vostri desideri sono stati ascoltati. Presto darete alla luce una bambina, e sarà la più bella e dolce che il mondo abbia mai visto.»

Pochi mesi dopo, il castello fu pervaso da un’aria di gioia: era nata una principessa, una bimba con la pelle candida come la neve e gli occhi del colore del cielo. Il re e la regina la chiamarono Aurora, perché era luminosa come il primo raggio del mattino.

Per festeggiare la nascita della principessa, venne organizzata una grandiosa celebrazione. Tutti furono invitati al castello: nobili, cavalieri, dame e, soprattutto, le fate buone, che sarebbero state le madrine della piccola Aurora.

La sala del trono era addobbata con drappi d’oro e candele scintillanti. Le fate entrarono in processione e, una dopo l’altra, offrirono alla bambina doni magici:

  • La prima fata le donò bellezza senza pari.
  • La seconda fata le donò una voce dolce come l’usignolo.
  • La terza fata le donò grazia ed eleganza in ogni gesto.

Ma proprio quando la quarta fata stava per offrire il suo dono, un vento gelido attraversò la sala. Le candele tremolarono, e all’improvviso apparve Malefica, la strega più temuta del regno.

I presenti trattennero il fiato.

«Che affronto!» esclamò la strega, avvicinandosi al trono con il suo lungo mantello nero. «Avete festeggiato senza invitarmi! Ma non importa… anch’io ho un dono per la piccola principessa!»

Il suo sguardo si posò sulla culla di Aurora e la sua voce si fece stridula:

«Quando la principessa compirà sedici anni, si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio e morirà!»

Un grido di terrore attraversò la sala. La regina strinse la sua bambina al petto, e il re si alzò furioso.

Ma prima che potessero fermarla, Malefica scomparve in una nuvola di fumo nero.

Nella sala cadde un silenzio carico di angoscia.

A quel punto, la quarta fata, che non aveva ancora donato il suo regalo, avanzò con il viso sereno.

«Non posso annullare completamente l’incantesimo,» disse, «ma posso attenuarne l’effetto. Aurora non morirà, ma cadrà in un sonno profondo che durerà fino a quando un bacio d’amore vero non la risveglierà.»

Nonostante la speranza data dalla fata, il re e la regina erano ancora terrorizzati. Per proteggere Aurora, ordinarono che tutti gli arcolai del regno fossero distrutti, affinché la principessa non potesse mai avvicinarsi a uno di essi.

Per sicurezza, decisero anche di affidare la piccola alle cure delle tre fate buone, che la portarono a vivere in un cottage nascosto nella foresta.

L’infanzia nascosta di Aurora

Aurora crebbe ignara delle sue origini, credendo di essere una semplice fanciulla di nome Rosa. Le tre fate la educarono con amore, insegnandole a cantare, danzare e amare la natura. La sua voce incantava gli uccellini, e il suo sorriso faceva sbocciare i fiori.

Ma mentre Aurora cresceva, Malefica non aveva mai smesso di cercarla. Sapeva che la maledizione doveva compiersi.

L’incontro con il principe

La mattina del suo sedicesimo compleanno, Aurora passeggiava nel bosco e, mentre cantava una melodia dolce, un giovane cavaliere la udì. Era il principe Filippo, figlio del re di un regno vicino.

Appena la vide, ne rimase incantato. Aurora, ignara della sua identità, danzò con lui nel bosco, sentendo una strana e dolce sensazione nel cuore.

Ma le fate sapevano che era il giorno fatidico e decisero di riportarla subito al castello. Lì, Aurora avrebbe dovuto riabbracciare i suoi genitori e mettersi al sicuro.

La maledizione si compie

Malefica, però, aveva scoperto il ritorno della principessa e, con un inganno, la attirò in una torre segreta del castello.

«Aurora…» sussurrò la voce ipnotica della strega.

Spinta da una forza sconosciuta, Aurora salì i gradini e si trovò davanti a un vecchio arcolaio. Affascinata dal fuso che girava, allungò la mano…

E si punse il dito.

Subito cadde a terra, immobile.

Le fate giunsero troppo tardi. Con le lacrime agli occhi, portarono la principessa nella stanza più bella del castello e la adagiarono su un letto di velluto dorato.

L’intero regno cadde in un sonno profondo. Gli abitanti si addormentarono, gli uccelli smisero di cantare, e un’enorme foresta di rovi crebbe attorno al castello, nascondendolo agli occhi del mondo.

Il risveglio della principessa

Anni dopo, il principe Filippo, che non aveva mai dimenticato la ragazza incontrata nel bosco, scoprì la leggenda della Bella Addormentata.

Deciso a salvarla, affrontò le creature di Malefica, sfidò la foresta di rovi e infine combatté la strega, che si trasformò in un drago terrificante.

Con grande coraggio, Filippo riuscì a trafiggerla con la sua spada, ponendo fine alla sua malvagità.

Entrò nella stanza della principessa e, vedendola dormire con il volto sereno, si chinò e le diede un bacio d’amore vero.

Aurora si risvegliò dolcemente, aprendo gli occhi azzurri. Il castello riprese vita, il sole tornò a splendere e la gioia invase il regno.

Aurora e Filippo si guardarono negli occhi e sorrisero. Il loro amore era destinato a durare per sempre.

Morale della favola

L’amore e il coraggio possono spezzare ogni maledizione. Non importa quanto oscura possa sembrare la notte: il bene e la luce troveranno sempre il modo di trionfare.

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