Tremotino

Tra le fiabe più affascinanti e misteriose della tradizione dei Fratelli Grimm, “Tremotino” è un racconto di astuzia, inganni e destino. La storia narra di una giovane fanciulla costretta a compiere imprese impossibili per salvarsi, aiutata da una strana creatura magica con un segreto.

Questa fiaba insegna che l’intelligenza e la determinazione possono sconfiggere anche le situazioni più difficili e che bisogna sempre essere prudenti nelle promesse fatte.

Con una narrazione dettagliata e avvincente, questa versione della fiaba farà immergere i lettori in un mondo di magia, inganni e giustizia.


Tremotino

C’era una volta un povero mugnaio che aveva una figlia bellissima e molto intelligente.

Un giorno, il mugnaio ebbe l’occasione di parlare con il re e, per vantarsi, disse qualcosa di incredibile:

«Mia figlia è così abile che può filare la paglia e trasformarla in oro!»

Il re, incredulo ma avido, volle metterla alla prova.

«Se è vero, portala al castello domani sera. Se riuscirà a filare la paglia in oro, la sposerò. Ma se fallisce… morirà!»

La povera ragazza fu portata al castello e chiusa in una stanza piena di paglia con un grande filatoio.

Le venne ordinato di trasformare tutta la paglia in oro prima dell’alba.

La ragazza si disperò: sapeva che era impossibile.

Pianse tutta la notte, fino a quando, improvvisamente, la porta della stanza si aprì e comparve un omino minuscolo, con occhi scintillanti e un sorriso misterioso.

«Perché piangi, mia cara?» le chiese.

«Perché devo filare questa paglia in oro, ma non so come fare!»

L’omino si avvicinò e disse:

«E se lo facessi io per te? Cosa mi darai in cambio?»

La ragazza, disperata, offrì la sua collana.

L’omino si mise subito al lavoro, girò la ruota del filatoio e, con un tocco magico, trasformò tutta la paglia in fili d’oro splendenti.

Al mattino, quando il re vide il miracolo, ne rimase stupito. Ma invece di mantenere la sua promessa, la portò in una stanza ancora più grande, piena di paglia, e le disse:

«Se riuscirai di nuovo, domani ti sposerò davvero!»


Il secondo aiuto e il secondo patto

La ragazza, disperata, iniziò a piangere.

Anche questa volta, l’omino apparve e disse:

«Cosa mi darai in cambio se filerò di nuovo la paglia in oro?»

La ragazza, senza altre opzioni, gli offrì il suo anello.

L’omino si mise di nuovo al lavoro e in poche ore trasformò tutta la paglia in oro.

Al mattino, il re rimase ancora più sbalordito e felice, ma la sua avidità non era soddisfatta.

Decise di sottoporre la ragazza a una terza prova: la chiuse nella più grande stanza del castello, piena di paglia fino al soffitto.

«Se filerai tutta questa paglia in oro entro l’alba, ti sposerò e diventerai regina!»


Il patto con Tremotino

La ragazza, ormai disperata, pianse ancora.

Per la terza volta, l’omino apparve e disse:

«Cosa mi darai questa volta?»

Ma la ragazza non aveva più nulla da offrire.

Allora l’omino le propose un patto pericoloso:

«Se diventerai regina, dovrai darmi il tuo primo figlio.»

La ragazza, pur di salvarsi, accettò, senza pensare alle conseguenze.

L’omino filò tutta la paglia in oro, e quando il re vide la stanza colma di ricchezze, mantenne la promessa e sposò la ragazza.

Lei divenne regina, e la sua vita sembrava finalmente felice…

Fino a quando, dopo qualche anno, diede alla luce un bellissimo bambino.


Il ritorno di Tremotino

Una notte, l’omino apparve di nuovo nella stanza della regina.

«Ora devi mantenere la tua promessa: dammi il bambino!»

La regina scoppiò in lacrime.

«Ti prego, chiedimi qualsiasi altra cosa, ma non mio figlio!»

L’omino, impietosito, le fece una proposta:

«Se riuscirai a indovinare il mio nome entro tre giorni, potrai tenere tuo figlio.»

La regina accettò e passò la notte a pensare a tutti i nomi possibili.

Il giorno dopo, l’omino tornò e lei iniziò a elencare:

«Ti chiami Alfredo? Giovanni? Matteo? Lorenzo?»

Ma l’omino scuoteva la testa.

Il secondo giorno, la regina provò con nomi più strani, ma nessuno era giusto.

Ormai disperata, inviò una sua serva a spiare l’omino nel bosco.

La serva si nascose dietro un albero e vide l’omino ballare attorno a un fuoco, cantando allegramente:

«Oggi il pane bevo e mangio,
domani il bimbo avrò per pranzo!
Nessuno sa che Tremotino mi chiamerò!»

La serva corse al castello e riferì tutto alla regina.

Quando l’omino tornò per l’ultima volta, la regina lo accolse con un sorriso e disse:

«Sei pronto? Ti chiami… Tremotino!»

L’omino impallidì.

«Chi te lo ha detto?!» gridò furioso.

Preso dalla rabbia, iniziò a saltare sul pavimento con tanta forza che sprofondò nel terreno e scomparve per sempre.


Il lieto fine

La regina, finalmente libera, abbracciò il suo bambino e visse felice per sempre accanto al re, senza più temere l’astuto ometto.

Il regno prosperò, e la regina imparò una lezione importante: mai fare promesse senza riflettere sulle conseguenze.


Morale della favola

Questa storia insegna che l’avidità può portare a scelte pericolose, e che bisogna sempre pensare prima di fare promesse.

Ma soprattutto, l’intelligenza e la perseveranza possono salvare anche dalle situazioni più difficili!

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